Mi salì sopra strusciandosi su di me e impalandosi subito sul mio cazzo racconti sex 2023

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racconti sex Avevo lasciato che tutta la vacanza venisse organizzata da mia moglie Simonetta. Uscivo da un periodo in cui ero oberato di lavoro per cui non avevo voluto immischiarmi anche nei preparativi della vacanza, dalla scelta della destinazione fino alla scelta dei compagni di viaggio, mi fidavo di lei e comunque mi sarei adattato a tutte le decisioni. Poco tempo prima della partenza mi aveva informato che saremmo andati in Croazia insieme alla sua collega Valentina e al suo nuovo compagno. Conoscevo Valentina, aveva intorno ai 30 anni come noi due ed era una ragazza molto carina, simpatica e spigliata. Ero soddisfatto di questa scelta anche perché, ma mi guardai bene dal dirlo a mia moglie, non mi dispiaceva affatto neanche come aspetto e non sarebbe stato male poter ammirare in bikini il suo seno, molto prosperoso, a differenza di quello di mia moglie. Rimasi un po’ stupito, invece, quando mi disse che Bruno, il suo nuovo fidanzato, era piuttosto più vecchio di noi, intorno ai 45 anni, e nemmeno lei lo aveva mai conosciuto. Simonetta mi assicurò, però, che di sicuro sarebbe stato una persona piacevole, conoscendo Valentina e in base alle sue descrizioni. Questa previsione mi parve però sbagliata la prima volta che ci incontrammo, il giorno della partenza. Era diverso da come me lo aspettavo. Mi sembrò subito una persona abbastanza arrogante, sbruffona, sicura di sé e con voglia di essere quello che impone le sue decisioni. Fisicamente era un bell’uomo, molto in forma nonostante l’età. Durante il viaggio l’impressione migliorò leggermente e cominciò a starmi più simpatico, anche se le storie che raccontava mi sembravano spesso un po’ esagerate. *** La vacanza iniziò senza problemi, il posto era bello, in un villaggio turistico su un isola della Croazia, ma prese dal secondo giorno una piega inaspettata. Eravamo a cena quando Valentina ci disse: “Ho scoperto che la spiaggia più bella che ho visto sulle guide è dall’altra parte dell’isola. Domani potremmo andare là.” “Va bene” rispondemmo noi altri quasi in coro. “Però c’è un problema, forse, non so, dipende cosa ne pensate.” aggiunse “Sarebbe una spiaggia per nudisti.” Io e mia moglie ci guardammo. E ci dicemmo con lo sguardo: “perché no?” *** Fu così che il giorno seguente ci recammo, vincendo un po’ di imbarazzo, in quella spiaggia. Arrivati lì e constatato che la totalità dei presenti non indossa effettivamente nessun costume ci convincemmo ad imitarli. Io avevo anche il timore che vedere, oltre a mia moglie, Valentina completamente nuda mi avrebbe potuto eccitare. Invece la visione che più destò la mia curiosità fu quando si spogliò Bruno. Già avevo potuto notarne il fisico ben scolpito il giorno prima, ma sotto i boxer non avevo intuito che cosa nascondesse. Il suo sesso nudo, infatti, seppur in posizione di riposo appariva enorme. Per un attimo non riuscii a distogliere lo sguardo e, quando lo feci, notai che anche mia moglie lo stava fissando. Nessuno sembrò accorgersi della cosa, l’attimo venne superato e la giornata proseguì come se nulla fosse. Ognuno si abituò alla propria e alla altrui nudità. Ma ogni volta che mi cadeva l’occhio lì non potevo fare a meno di pensare quali pensieri attraversassero la mente di mia moglie quando lo notava. L’altra considerazione che mi ponevo era quanto quella sua caratteristica fosse stata importante per Valentina nello scegliere quel compagno così diverso da lei per età. Già ero intrigato dalla sua persona e questo me la faceva vedere ancora di più sotto l’aspetto sessuale. Dovetti scacciare tutti questi pensieri dalla mia testa perché mi accorsi che mi eccitavano e mi sarei sentito in imbarazzo nel mostrarlo o, addirittura, nel doverlo giustificare a mia moglie. Non sempre ci riuscii e passai molto tempo della giornata o steso a pancia in giù, oppure in disparte, magari dentro l’acqua per nascondermi e raffreddarmi. Tutto ciò mi lascio turbato e pensieroso, stupito dalle mie stesse reazioni. *** Dopo quella giornata in spiaggia eravamo tornati nelle nostre stanze al villaggio e stavamo preparandoci per uscire. Uscii dal bagno dopo la doccia, con soltanto l’asciugamano legato intorno alla vita, e trovai Simonetta, già vestita per la serata, seduta sul letto, con l’orecchio appoggiato alla parete e un sorriso dipinto sul volto. Mi fece segno di non fare rumore e di avvicinarmi e di imitarla. Appoggiai anche io l’orecchio alla parete e mi misi in ascolto. Subito non sentii nulla. “Ecco, sentili.” mi sussurrò mia moglie e subito dopo sentii forte e chiaro un gemito, poi un altro ed un grugnito più basso. Poi, immediatamente dopo, i gemiti si trasformarono in urla, udibili anche senza tenere l’orecchio sulla parete. I nostri due amici stavano scopando nella stanza a fianco e, soprattutto Valentina, sembrava gradire molto. Subito me li figurai e pensai al corpo sodo e minuto di lei infilzato dalla bestia di lui. Mi eccitai all’istante. Poi guardai mia moglie che continuava ad ascoltarli, apparentemente divertita più che eccitata. Ma forse lo era anche lei, forse stava pensando a come doveva essere venire scopata da lui. La sua amica sembrava godere molto, forse la stava invidiando, forse stava pensando che Bruno era capace di dare più piacere di quanto fossi in grado di dare io. “Che fai? Ti sei eccitato?” mi chiese ridendo e indicando il mio asciugamano teso dalla mia erezione. “Be’, sì. Tu no?” risposi quasi seccato. “Dai, non è il momento adesso. Vai a vestirti.” “Per i nostri amici sembra che sia il momento, invece.” “Sì, ma io sono già vestita e poi avranno quasi finito, hanno iniziato appena tu sei entrato nella doccia.” *** Scendemmo ad aspettarli e, contrariamente a quanto mi aspettavo, arrivarono subito. Segno che dopo la scopata si erano soltanto rivestiti. Valentina appariva raggiante, o forse ero io che la vedevo tale perché sapevo cosa aveva appena fatto. Li guardavo e non riuscivo a fare altro che a pensarli nudi mentre scopavano. Per fortuna i miei pantaloni riuscirono a nascondere abbastanza bene l’erezione che mi accompagnò per tutta la serata. Non vedevo l’ora di tornare in camera e scopare con Simonetta. Fui abulico e un po’ in disparte per tutta la sera mentre Bruno teneva la conversazione e faceva ridere le nostre due donne. Rientrati in camera non indugiai, presi mia moglie, la spinsi sul letto e le saltai letteralmente addosso, stupendola piacevolmente per l’ardore che mostrai, non certo comune. Anche lei la trovai molto calda, molto ben disposta, molto rapida nel raggiungere il culmine del piacere, nonostante non durai molto per l’eccitazione continuata che covavo da inizio serata. “Wow!” mi disse quando ci fermammo per riprenderci. “Eri ancora eccitato da prima?” “Da prima quando?” finsi di non capire “Da quando abbiamo sentito Vale e Bruno che lo facevano, no?” “Un po’ sì…” cercai di sminuire. Rimanemmo un po’ in silenzio, respirando profondamente. Poco dopo udimmo chiaramente delle nuove urla provenire dalla stanza a fianco. “Ihihihi, sentili, di nuovo.” disse mia moglie. L’eccitazione mi tornò all’istante, nonostante fossi venuto da pochissimo. Simonetta lo notò e ne approfittò: “Dai, facciamogli sentire che non siamo da meno.” Mi salì sopra strusciandosi su di me e impalandosi subito sul mio cazzo. Quasi proprio per sfidarli iniziò a gemere più forte di quanto faceva di solito, gridando quasi. In quel momento però qualcosa scattò nella mia testa. Quello che aveva detto mi fece sentire in competizione con Bruno nell’altra stanza ma invece di spronarmi ed eccitarmi mi fece sentire inadeguato, inferiore alle sue capacità amatorie, sicuro perdente nel confronto. Distratto da questi pensieri il cazzo mi si ammosciò con la stessa rapidità con cui si era rizzato. Mia moglie se ne accorse. “Be’, che c’è? Non ti piace? Hai già finito le energie?” “No, scusa è che sono appena venuto, ho bisogno di un attimo ancora.” mentii. “Dai su, noi non abbiamo neanche scopato prima di cena e poi hai quindici anni meno di lui, non mi dire che non ce la fai.” il tono era scherzoso ma cercava anche di stimolare un po’ il mio orgoglio di maschio. In altri momenti avrebbe funzionato, ma non in quello. “Dai, almeno sulla resistenza non ti farai battere!” “In che senso?” “In che senso cosa?” “Perché hai detto: almeno sulla resistenza.” “Be’, scusa caro, senza offesa, ma sul resto mi sembra non ci sia paragone.” “Sul resto?” “Su, l’hai visto anche tu in spiaggia, no? Hai visto quanto era grosso.” Sentire mia moglie lodare le dimensioni del cazzo di Bruno accese un altro interruttore nella mia testa. Mi sentii umiliato ma, stranamente, fu una sensazione che mi eccitò. Sapere che lei lo aveva notato – e come poteva fare altrimenti – e probabilmente ci aveva fantasticato un po’ sopra me la faceva apparire porca ai miei occhi e ciò mi piaceva. “Ecco, bravo, così… adesso ti riconosco.” mi sussurrò sentendo il mio cazzo che tornava a crescere nella sua mano. Salì sopra di me ma questa volta rivolgendo la schiena verso di me. Con la mano se lo puntò tra le labbra della figa e poi si lasciò andare su di me. Sapeva che ero tornato duro poco dopo un orgasmo e questo mi avrebbe fatto durare molto. Sembrò apprezzare come mai prima quella lunga scopata, gridando senza ritegno tutto il suo godimento. Arrivai anche ad infilarle il pollice nel culo, cosa che non sempre apprezzava, ma che in quel frangente gradì molto. In quel momento sperai che nell’altra stanza la sentissero, come noi avevamo sentito loro. Forse il giorno dopo Valentina mi avrebbe guardato non come mia moglie avrebbe guardato il suo innarrivabile uomo, ma comunque come uno capace di far godere a fondo una donna, nonostante la dotazione inferiore. *** La sera successiva decidemmo di andare a ballare. Ci informammo sui locali presenti e scegliemmo la discoteca che ci sembrava migliore. Sia Simonetta che Valentina sfoggiarono un look molto audace e provocante ed erano uno spettacolo da vedere. Sia io che Bruno esprimemmo il nostro apprezzamento ma lui fu più diretto e rivolse i suoi commenti esplicitamente ad una e all’altra. Sentirlo lodare il corpo e la sensualità di mia moglie fu una strana sensazione. Lei era mia e non sua e il fatto che la apprezzasse mi faceva sentire in qualche modo superiore a lui. Nello stesso tempo mi chiedevo che effetto facevano su mia moglie i suoi complimenti. Ballammo e bevemmo molto e l’atmosfera era molto leggera e spensierata. Ballai a lungo con mia moglie, come raramente facevamo a casa. Si vedeva che lei si stava lasciando andare molto più del solito. Era eccitante vederla muoversi e sentirla strusciarsi su di me. Venne naturale e avvenne senza malizia, scambiarsi i compagni. Quando ballavo con Valentina mi concentravo su di lei, che come sensualità non aveva nulla di meno di mia moglie, e non pensavo, forse anche a causa dell’alcool che avevo in corpo, che in quel momento mia moglie era con Bruno. Stanco mi allontanai per un po’ dalla pista e Valentina mi seguì. Ci sedemmo in una zona laterale, su dei divanetti. La musica era alta, Valentina mi venne molto vicino per parlarmi nell’orecchio. “Balli bene, sei bravo!” “Grazie, anche tu!” “Eh, lo sai cosa si dice no? Da come uno balla si capisce se è bravo a letto… ahahaha” Valentina era chiaramente su di giri ma il riferimento al sesso mi fece un po’ eccitare. Non seppi cosa risponderle. E così continuò lei. “Tua moglie deve essere bravissima, guardala!” Ci fermammo un attimo ad osservare il centro della pista, che si era un po’ svuotata. Simonetta stava ballando con Bruno. Era estremamente sexy. Forse troppo. Con il sedere si strusciava contro il pacco di Bruno e, conoscendolo, è probabile che lei lo sentisse molto bene premere contro le chiappe. “Non sei geloso?” mi disse poco dopo Valentina, con tono più calmo rispetto a prima. “Eh?” feci finta di non aver capito e ritornai a fissare i due che ballavano. Strane sensazioni popolavamo la mia mente ed avevo un vuoto nello stomaco. “E tu? Non sei gelosa?” chiesi a Valentina dopo un po’. Lei mi sorrise. Poi mi prese per mano e mi fece alzare. “Usciamo un attimo? Ho bisogno di un po’ d’aria.” mi disse e mi trascinò fuori tenendomi la mano. Lanciai un’ultima occhiata alla pista. Simonetta ora era girata ed aveva il corpo aderente a quello di Bruno. *** Fuori dalla discoteca la musica giungeva ovattata. Arrivammo fino ad una ringhiera dalla quale si osservava il panorama. Valentina era girata e guardava il mare. Io ripresi il discorso. Mi era rimasto in testa e dovevo risolvermi le idee. “Allora, tu non sei gelosa?” “Un po’, ma con Bruno non posso esserlo.” “Sei sicura della sua fedeltà?” chiesi con un po’ di speranza e di ingenuità. Lei rise. “No… no… semmai il contrario.” “Cioé?” chiesi timoroso di sentire la risposta. “Sono sicura della sua infedeltà. Ma va così, se voglio starci insieme devo accettarlo così come è. Non posso chiedergli di non scoparsi altre donne.” “Mah… come?” “Dai, su, l’hai visto, no? E’ pieno di donne che lo cercano. Neanche un santo resisterebbe al posto suo. E poi, in fondo, non riuscirei a soddisfare tutte le sue voglie da sola. Sai, è piuttosto impegnativo, per così dire, fare sesso con lui.” Rimasi in silenzio. Ma sentivo una specie di eccitazione ad udire Valentina parlare in quel modo. “Ti sconvolge ciò che ti dico? E dimmi, tu non mi hai risposto. Sei geloso di Simonetta?” “Sì…” risposi in modo non troppo convinto. “E non ti dà fastidio che in questo momento stia ballando in quel modo con Bruno? Perché non torni dentro e li fermi?” “Non lo so…” Valentina si avvicinò a me e appoggiò il suo corpo al mio. Con la mano scese a tastarmi leggermente il pacco, trovandolo duro, durissimo. “La risposta è qui.” parlandomi me lo strinse con vigore “Non te ne devi vergognare. Ti ho osservato in questi giorni e ho capito che tipo sei.” “Co-co-cosa vuoi dire?” balbettai indietro. Valentina si abbassò e mi slacciò i pantaloni. Estrasse il mio cazzo e cominciò a succhiarlo con passione e dolcezza. Non capii più nulla. Venni quasi subito, troppa era l’eccitazione e non resistetti al pensiero che mi venne in testa in quel momento: che Simonetta nello stesso istante poteva essere nei bagni della discoteca a succhiare la possente verga di Bruno. Venni in bocca a Valentina che non se ne lasciò sfuggire neanche una goccia. Poi si rialzò e mi richiuse i pantaloni. Non ebbi tempo di dirle niente, non sapevo cosa dirle, quando udimmo la voce di Simonetta. Dietro di lei c’era Bruno. “Eccovi, dove eravate finiti? vi stavamo cercando.” In quel momento mi sentii tremendamente in colpa. La sua amica mi aveva appena succhiato il cazzo mentre lei con Bruno non aveva fatto altro che ballare. Valentina fu impassibile. Andò senza esitazioni verso Bruno e iniziò a baciarlo. In bocca. Mi sentii svenire. Pochi secondi prima aveva la bocca piena della mia sborra e ora stava baciando il suo uomo. Il suo uomo nei cui confronti mi sentivo inferiore sessualmente. Possibile che lui si accorgesse del sapore del bacio? Possibile che lui sapesse già cosa era successo? Lei lo faceva apposta o era troppo brilla? “Che c’è, non ti senti bene?” chiese mia moglie vedendomi barcollare sulle gambe. “Sì, ho bevuto troppo.” mentii. Valentina mi guardò, sorridendomi. *** Il giorno dopo ero nervoso. Sperai inutilmente di trovare un momento in cui rimanere solo con Valentina, per chiarire quello che era successo la sera prima, per capire cosa intendevano le sue parole, cosa voleva. Lei sembrò del tutto naturale, come se nulla fosse successo tanto da farmi dubitare di essermelo sognato oppure che lei fosse così ubriaca da non ricordarsi niente. Alla sera rimanemmo tranquilli, dopo gli stravizi di quella precedente. Dopo cena facemmo una passeggiata ma dividendoci. Ogni coppia andò per conto suo. Avevamo bisogno di un po’ di intimità. Io e Simonetta arrivammo fino alla spiaggia e ci andammo a sedere vicino agli scogli ad una sua estremità. Forse ci sembrò di essere tornati ventenni quando andavamo in spiaggia a limonare perché iniziammo a baciarci teneramente e a toccarci a vicenda. La stavo masturbando con una mano infilata sotto la gonna quando lei mi sussurrò. “Perché ieri non mi hai fermata?” “Quando? Fermata dal fare cosa?” “Non eri geloso vedendomi ballare con Bruno?” “Avrei dovuto? Perché? Stavate solo ballando, no?” “Forse ho esagerato un po’, ero ubriaca.” “In che senso? Non avete solo ballato?” chiesi sospettoso. “Sì, solo ballato, ma l’ho un po’ provocato.” “…” “Mi sono accorta di avergli fatto effetto.” “In che senso?” “Secondo te?” “Non lo so, dimmelo tu.” “Insomma, gli è venuto duro, glielo ho sentito.” “…” “Non dici niente?” “Cosa dovrei dire?” “Non so, forse arrabbiarti.” “…” “Non ti dà fastidio?” “Perché mi dici queste cose?” “Non lo so, voglio capire cosa ne pensi…” “Cosa ne penso di cosa…” “Di quello che potrei fare…” “Cosa vorresti dire? Sei impazzita?” mi uscì una voce un po’ alterata, ma mi resi conto che non ce l’avevo con lei ma più con me stesso perché la mia stessa reazione mi stava cogliendo di sorpresa. Ci guardammo. Sul suo volto leggevo la lussuria. Ero eccitato e spaventato allo stesso tempo. Poi lei mi sorrise. “Dai, amore, tranquillo. Ti sto solo stuzzicando. Voglio solo risvegliare la tua gelosia. Così poi mi prendi come l’altra sera. Voglio sentire che mi vuoi.” Le accarezzai una guancia e le sorrisi. Mi slacciai i pantaloni e tirai fuori il cazzo. “Sono così importanti le dimensioni?” le chiesi stringendolo alla base e puntandolo verso di lei. Sostituì la sua mano alla mia e senza rispondermi si abbassò prendendolo in bocca. “Sto per venire” le dissi poco dopo, pensando che si sarebbe scansata, come sempre faceva. Invece rimase lì e si fece venire in bocca, con mia grande gioia. *** Mi risvegliai sentendo una leggera carezza prolungata sulla schiena. Impiegai un attimo a capire dov’ero. Ero steso in spiaggia al sole e mi ero addormentato. Simonetta evidentemente mi stava spalmando la crema per evitare che mi scottassi. Era piacevole. La lasciai fare senza farle capire che mi ero svegliato. Nel dormiveglia mi godetti il suo tocco leggero su tutta la schiena fino a scendere sui glutei. Me la spalmò anche lì, d’altronde era una zona non abituata a ricevere così tanto i raggi del sole. Sentii che cercava di essere ancora più leggera nel tocco, soprattutto quando si insinuò nella fessura fra le chiappe. Era piacevole ma un po’ mi vergognai pensando che gli altri mi stavano vedendo. Passò poi alle gambe e la lasciai finire. Quando ebbe finito mi girai facendole capire che mi ero svegliato. “Graz…” le stavo per dire quando mi accorsi che non era Simonetta. In ginocchio a fianco a me, con ancora il flacone di crema in mano c’era Valentina. “Scusa, ma ho visto che ti stavi scottando e ho pensato di spalmarti un po’ di crema.” Rimasi un po’ interdetto, guardandomi attorno. Non vidi nè Simonetta nè Bruno. L’episodio appena avvenuto, cioè che Valentina mi avesse spalmato la crema, passò subito in secondo piano. “Dove sono?” le chiesi, mi sorrise prima di rispondere. “Tua moglie ha sfidato Bruno a nuoto. Si sono buttati in mare e hanno nuotato. Li ho visti sparire dietro gli scogli. E’ ormai mezz’ora che sono via.” Mi sedetti chiudendo le gambe e tenendo le ginocchia fra le braccia. Speravo che non si notasse cosa stava accadendo fra di esse. Ma sentii Valentina fare una risatina. “Dai, non c’è bisogno che lo nascondi, l’ho visto.” “Non so cosa mi succede.” “Non ti preoccupare. Non posso dire che la tua reazione sia quella più comune, ma ci sono tanti uomini che reagirebbero come te.” “Tu che ne sai?” “Me ne ha parlato Bruno.” “Ah, perché anche lui…?” “No, lui diciamo che ne usufruisce.” “Ho capito. Credi che in questo momento ne stia… usufruendo.” “Non lo so, ma non credo. Simonetta vuole farsi desiderare a lungo. La conosci, no?” “Parli come se sia già tutto pianificato.” “In un certo senso…” “Cioè?” “Non è un caso che Simonetta abbia scelto questa località come destinazione della vacanza. Sapeva delle spiagge nudiste, sapeva che era il modo più comodo per poterlo vedere, e per fartelo vedere anche a te. Sapeva che avrebbe alzato la temperatura della vacanza.” “Quindi sapeva già che Bruno era superdotato?” “Certo, gliene avevo parlato. Sono confidenze fra donne. Anche come eri te lo sapevo bene e ti dico di non preoccuparti, sei messo piuttosto bene, è Bruno che è fuori dal normale.” “Ma vi interessano così tanto le dimensioni? Alla fine non è vero, come dite, che non contano.” “Ammetto che sia più piacevole da vedere, ma poi non è tanto quello. E’ che sai che uno che ce l’ha così lo userà in un certo modo. Per lo meno da uno come Bruno sai cosa ti aspetta, sai come lo userà su di te, sai come ti farà sentire. Ma non ti preoccupare, per Simonetta sarà solo uno sfizio, cerca soltanto qualcosa che tu non puoi dargli, ma questo non cambierà il rapporto fra di voi, anzi. Cambierà in cazzo in culo gif peggio se non la lascerai libera.” “E il pompino che mi hai fatto? Anche quello Simonetta lo sa?” “No, quello no, è stata una mia iniziativa.” “Perché?” “Perché così capisci di più quanto non ci sia nulla da temere dal tradimento che può farti tua moglie. La ami di meno dopo il mio pompino?” “No.” “Ecco. E poi mi andava di fartelo. Mi piace ogni tanto cambiare e pompini così a Bruno non li riesco a fare. Di solito è più lui che mi scopa la bocca.” “Ah, questo non credo che a Simonetta piacerà.” “Non credere, non sottovalutare la tua donna. Ad alcune di noi ogni tanto piace essere trattate da puttane, chi più chi meno. Magari non dal proprio uomo, magari solo una volta ogni tanto.” “Cos’altro gli piace fare a lui?” “Hai presente che ti dicevo che scopare con lui è impegnativo? Ecco, mi riferivo soprattutto ad una certa pratica che lui adora ma che, viste le dimensioni, non si può fare troppo spesso. Per questo io sono felice quando lui si sfoga anche con altre, così poi con me lo fa in maniera più dolce. Non hai idea di quanto lo trovi eccitante quando è dolce e gentile. Perché solo con me riesce ad essere così, bella figa ogni tanto.” “Se ho ben capito cosa intendi non credo che con Simonetta potrà sfogarsi molto.” “Perché?” “Perché non l’ha mai fatto! Non ha mai voluto.” “E cosa c’entra? Ragione in più, con lui vorrà provare.” “Ma è troppo grosso! Ha paura con il mio!” “Con te ha paura perché tu hai paura di farle male. E tu la rendi complice dell’atto, le chiedi di essere già sufficientemente eccitata prima di prenderlo in culo in modo che le venga voglia di prenderlo in culo. Le chiedi di raggiungere la depravazione dell’atto senza ancora averlo fatto, per poterlo fare. Con lui invece lei sa che avverrà, sa che lui la prenderà e lei deve solo lasciarsi andare, deve solo aprirsi.” “Tutto questo è pazzesco!” il mio cazzo stava gocciolando. “Be’, eccoli che tornano. Guardala in faccia tua moglie. Te ne accorgerai, no, se ha il volto di una che appena scopato?” *** Simonetta non mi diede molto tempo di studiare il suo stato d’animo, sparì subito in direzione delle docce chiedendo a Valentina di andare con lei. Le osservai allontanarsi sculettanti e mi ritrovai a chiedermi se quella camminata poteva essere quella di una che era stata appena violata nell’entrata posteriore. Bruno stava asciugando il suo corpo gocciolante. Gli osservai il sesso per capire se aveva l’aspetto di uno che era stato in erezione fino a pochi minuti prima. Non sapevo giudicare, ce lo aveva sempre così gonfio che non si notava la differenza. Il mio, invece, cercavo di nasconderlo, perché era evidente che era un po’ barzotto. Ero in imbarazzo. Non sapevo cosa dire e cosa fare. Lui mi stava guardando, con un sorriso stampato in faccia. Cercavo di non pensare a quegli argomenti ma più mi sforzavo più ci pensavo. Finché Bruno non ruppe il silenzio. “Non ti dispiace, vero? Non la stai prendendo male?” “Cosa?” risposi, in modo troppo nervoso e scattante rispetto a quello che avrei voluto. “Dai, lo sai cosa intendo. Se vuoi posso essere esplicito, dimmi tu se non ti crea problemi.sborrate in figa ” “Non capisco di cosa parli.” mentii in modo pochissimo credibile. “Va be’, sappi che io lo faccio perché mi è stato detto che potevo farlo. In una situazione normale non mi sarei permesso. Cioè, intendiamoci, con una come tua moglie ci proverei senza nessuna esitazione, ma non l’avrei fatto così davanti a te. Ho capito che per te non è un problema, anzi, non ti dispiace affatto.” “Io…” non sapevo cosa dire. Lui si venne a sedere accanto a me, mettendomi un braccio intorno alle spalle. “Ne conosco diversi come te. Non ti preoccupare, devi essere contento che tua moglie non ti tradisce tenendotelo nascosto.Vuol dire che ci tiene a te, e che ciò che le interessa di altri uomini, nella fattispecie, di me, è altro, sono cose che non intaccano il vostro rapporto.” “Dici?” “Dimmi solo questo: se ci pensi ti viene duro, vero? E allora fidati del tuo cazzo, noi uomini non possiamo far altro che fidarci dei nostri uccelli. Loro non mentono mai. La cosa ti piace e piace a tua moglie. E piace a me, ma questo è secondario. Vivetelo con tranquillità, tua moglie lo ha capito. Ha solo un po’ di timore su come puoi reagire, ma per fortuna i segnali che le hai mandato erano quelli che sperava. L’importante è che entrambi facciate quello che vi sentite di fare. Tu devi capire in che modo vuoi che lei ti coinvolga.” “Non lo so. Sta succedendo tutto molto in fretta.” “Sì, perché lei si sta buttando. Forse non voleva correre così ma quando lasci spazio a certe voglie è facile essere travolti e trasportati. Credo che la cosa migliore sia buttarti con lei. Cosa ne pensi?” Rimasi in silenzio. Non stavo capendo più nulla. Ero conscio solo di una cosa. Ero eccitato. “Voglio sapere una cosa.” dissi maledicendomi subito dopo perché non mi ero saputo trattenere. “Avete…” mi morsi la lingua. “Avete scopato poco fa?” modificai un po’ la domanda che avevo in testa. “Mmm, dimmi cosa intendi per scopato, dimmi cosa vuoi sapere precisamente.” “Voglio sapere se… se glielo hai messo di dietro…” “Nel culo? Oh, no, no…” questa risposta un po’ mi sollevò. “Quello lo faremo stasera…” e quest’altra mi gelò, ma nello stesso tempo mi provocò un principio di eiaculazione. “Prima me lo ha solo preso in mano… e in bocca.” Con una mano passò da sotto le mie gambe che tenevo a ginocchia strette per nascondere il pene eretto e me lo afferrò da sotto. Sentire questo tocco estraneo, nello stato in cui ero, mi provocò un orgasmo immediato. Ebbi solo la lucidità di chiedermi se qualcuno ci stesse osservando. Per fortuna la spiaggia era semi deserta. Mi stesi a pancia in giù, prostrato dal godimento e dalla vergogna. Sentii immediatamente qualcuno stendersi al mio fianco. Era Simonetta, mia moglie. Mi abbracciò e baciò sulla bocca. Probabilmente aveva assistito al finale della mia conversazione con Bruno. “Ti amo.” mi disse. *** “Allora cosa vuoi fare?” mi chiese Simonetta sulla porta. Eravamo rientrati dalla cena, ma lei stava uscendo di nuovo, destinata alla stanza di Bruno e Valentina, dove avrebbe passato la notte. “Tu cosa vuoi?” le chiesi di rimando. “Lo sai, te l’ho detto. Io preferisco se rimani qui, ma siccome ti sto chiedendo già tantissimo non ho nulla in contrario se tu vuoi assistere.” “No, va be’, è la tua serata, facciamo come preferisci tu. Io rimango qui. Vi… vi ascolterò attraverso il muro…” “Oh, penso mi sentirai, sì…” sorrideva radiosa. Aprì la porta, era bellissima, sexy, stupenda. “Aspetta!” la fermai. “Senti… se lei non ha nulla in contrario… se tu non hai nulla in contrario… se Bruno non ha nulla in contrario… non è che mi manderesti di qua Valentina?” Mia moglie mi guardò con l’aria di una che è stata fregata, di una gelosa ma che non può dire nulla perché non ne ha il diritto viste le concessioni che ha ricevuto. “Ok.” mi rispose, un po’ fredda. Andai alla porta e la baciai in bocca. Fu un bacio dolce. Passarono alcuni minuti e sentii bussare alla porta. Entrò Valentina, molto sorridente. “Bene, eccomi qui. Che vuoi fare? Vuoi passare la serata con l’orecchio appoggiato al muro?” “No, voglio parlare con te.” *** Il giorno dopo ci eravamo divisi. Io e mia moglie in una spiaggia e gli altri due in un’altra. Mia moglie voleva stare solo con me. Più che altro non voleva vedere Bruno. Non dopo quella notte sconvolgente per tutti. Era molto affettuosa con me, nonostante fosse un po’ arrabbiata perché alla fine io avevo scopato con Valentina. Però si rendeva conto che non aveva diritto di essere arrabbiata e cercava di combattere quel suo sentimento. Non parlammo molto di quello che era successo, capii che lei non voleva affrontare l’argomento. Dovevamo entrambi capire cosa volevamo. Io in realtà credevo di averlo capito. Diciamo che stavo dando ascolto al mio cazzo. Mi fidavo di lui, come aveva detto Bruno. Rimanemmo solo la mattina in spiaggia. Poi Simonetta volle tornare in camera. Voleva fare sesso con me. Anzi forse è più corretto dire che voleva fare l’amore. Scopammo come forse mai avevamo scopato. In modo passionale e tenero. “Sei dentro al culo, amore.” mi disse ad un certo punto mentre ero sopra di lei. “Rimani lì, ti prego” aggiunse.

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