racconti cuckold che lui mi aveva infilato un dito nel culo

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racconti cuckold Il racconto di una serata trasgressiva “Dai, raccontami tutto.” “Abbiamo iniziato a ballare. All’inizio in maniera normale. Poi con movenze sempre più provocanti. Sfregavo il culo contro il suo pacco. L’ho sentito duro. La minigonna si è alzata. Ha visto che portavo il perizoma. Mi ha detto che lo stavo facendo tirare a tutti. Mi ha baciato. Con le mani mi ha toccato il seno e, per un attimo, in mezzo alle gambe. Poi sono uscita dalla pista.” “Dove sei andata?” “Sono andata verso la mia amica. Era seduta ad un tavolino, su uno di quegli sgabelli alti. Era con l’altro tipo. Ci siamo guardate e abbiamo sorriso. Lui subito mi ha raggiunto. Mi sono chinata in avanti, per riuscire a sentirmi con la mia amica al di sopra della musica. Nel fare questo ho sollevato un po’ il culetto dallo sgabello. Lui ne ha subito approfittato.” “Cosa ha fatto?” “Subito mi ha palpato una chiappa. Poi l’ha tolta per un attimo e poi ho sentito un dito bagnato che si insinuava in mezzo. Ha scostato il perizoma e così, senza preavviso, ha spinto il suo dito medio su per il buco del culo.” “Ed è entrato senza problemi?” “Ho urlato e sono rimasta a bocca aperta per la sorpresa, non perché mi abbia fatto male. Il dito era ben bagnato di saliva. La mia amica mi ha chiesto cos’avevo. Le ho detto, candidamente, che lui mi aveva infilato un dito nel culo. Lei ha riso di gusto.” “E poi cosa hai fatto?” “Improvvisamente ho realizzato la situazione. Ero lì, in mezzo a tanta gente tra cui qualcuno poteva anche vedere e capire cosa stava succedendo, cioè che avevo il dito di un uomo infilato nel mio posto più intimo. E mi piaceva. racconti erorici Tutta questa situazione mi ha fatto godere. Ho iniziato a colare dalla figa sullo sgabello. Ho cominciato a godere. Ho provato un orgasmo in faccia alla mia amica. Ho sentito il mio sfintere pulsare attorno al suo dito. Lui nelle orecchie mi ha urlato di godere, appellandomi con termini non eleganti ma che non hanno fatto altro che aumentare il mio piacere. Poi lo ha sfilato, mi ha preso per mano e mi ha trascinato via.” “Dove ti ha portato?” “Nei bagni. Nel bagno degli uomini, precisamente. Quanto mi sono sentita troia a farmi vedere lì dentro. Come mi hanno guardato… avrei avuto paura, non fosse stato con me. Ha aperto uno dei bagni e poi mi ha dato in mano una moneta. Ha indicato il distributore dei preservativi. Prendine un paio, mi ha ordinato ad alta voce, extra large, se ci sono. Ho sculettato sui tacchi fino al distributore. C’erano. Sono tornata da lui che teneva aperta la porta del bagno per farmi entrare, come fosse la portiera di un’auto. Tutti i presenti sapevano che mi stavo per far scopare.” “E ti sei fatta scopare?” “Mi ha detto di appoggiarmi con le mani al muro. C’era puzza, la situazione era estremamente degradante e questo, non so perché, non faceva altro che aumentare la mia eccitazione. Mi ha alzato la gonna e abbassato le mutande. Poi si è chinato e mi ha leccato. Sia la figa che il culo. Io intanto già stavo godendo. Credo fuori mi sentissero, nei bagni la musica della discoteca non arrivava così alta. Poi si è alzato, si è abbassato i pantaloni e si è messo il preservativo. Già lo avevo percepito mentre ballavamo, ma mi sono girata un attimo per controllare. Aveva effettivamente bisogno dei preservativi extra large. Ho visto che ti piace nel culo, lo vuoi? mi ha chiesto.” “Non gli avrai detto di sì?” “Poteva chiedermi qualsiasi cosa in quel momento. Avrei detto di sì a tutto. L’ho persino implorato, ad alta voce, facendomi sentire da quelli fuori. Mi ha inculato, mi ha sbattuto con quel suo enorme cazzo racconti erotivi ma che è entrato come niente. Ero troppo eccitata. Sentivo i miei succhi colare lungo le gambe. Ho avuto diversi orgasmi. Il più forte quando mi ha detto nell’orecchio che mi avrebbe lasciato lì, con la porta aperta, in balia di chiunque avesse voluto.” “E…?” “No, no, non l’ha fatto. Per fortuna, perché nelle condizioni in cui ero credo non mi sarei opposta. Alla fine, quando stava per venire, mi ha girato, si è tolto il preservativo e mi ha sborrato in faccia. Il mio perizoma, intanto, ormai era arrivato per terra e l’ho lasciato lì, vicino al preservativo usato. Ho pensato, divertita, a cosa avrebbe immaginato il prossimo che avrebbe usato quel bagno.” “E quando sei uscita?” “Mi ha fatto uscire dal bagno. Avevo la faccia ricoperta di sborra. C’erano diversi spettatori, ci avevano sentito scopare e ora si godevano la mia uscita. Mi sono fermata ad un lavandino, per lavarmi la faccia. Mi sono chinata. Lui mi ha sollevato la gonna, mettendo in mostra davanti a tutti il mio culo, appena violato. Qualcuno ha provato ad avvicinarsi ma lui l’ha fermato. Si sono limitati a dirmi delle cose, racconti erotoci a chiamarmi troia, puttana, zoccola e farmi complimenti per il culo. Sono stata così più a lungo del necessario. La situazione mi eccitava.” “Avevano ragione dunque.” “Nel darmi della troia? Sì, in quel momento lo ero, più che mai. Ti dispiace?” “No, ti amo.”

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