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racconti erotoci

racconti erotoci Dopo mesi di insistenza, convincimento e corteggiamento ce l’avevamo fatta ed eravamo tutti seduti al tavolo di un ristorante di ottimo livello sui colli poco fuori città. C’ero io, distinto quarantenne in giacca e cravatta, mia moglie, di qualche anno più giovane di me, elegantissima e bellissima e un ragazzo vicino ai trent’anni, in jeans e maglietta, dal fisico decisamente tonico. Lui l’avevo scelto in un sito di incontri tra tanti che si erano mostrati disponibili ad avere un rapporto sessuale con mia moglie davanti al mio sguardo. Era una nostra fantasia da tempo, anche se avevo faticato molto perché mia moglie si convincesse a convertirla in realtà. Mi era sembrato molto sicuro di sé, come lo volevamo noi, e dotato di un fisico che avrebbe fatto racconti annunci 69 2023 impazzire mia moglie, organo sessuale compreso dato che mi aveva mostrato foto eloquenti che testimoniavano le sue misure notevoli. L’idea allora era stata quella di uscire con lui a cena per vedere se poi la serata avrebbe preso la piega desiderata. Sembrò fare subito buona impressione su mia moglie, decisamente affascinata dal suo aspetto. Non era uno di molte parole ma esprimeva una tranquillità e una certezza del fatto che avrebbe sedotto mia moglie che faceva sì che riuscisse nel suo intento. Conoscevo bene mia moglie e mi accorsi fin da subito che il suo stato d’animo era più vicino all’eccitato che allo spaventato. Nonostante questo, però, verso la fine della cena quando provai a capire quali fossero le intenzioni che avevamo era titubante, incerta sul da farsi. Il ragazzo colse questa sua indecisione e ci sorprese: “Vieni un attimo con me in bagno, tu da sola, lasciamo qui tuo marito. Ciò che ti farò vedere ti convincerà.” Ebbi un brivido e una sensazione di vuoto allo stomaco. Mia moglie mi guardò, quasi a cercare una approvazione. Le feci un cenno di assenso, spinto anche dal mio sesso che, stretto nei pantaloni, si stava indurendo. Con un gesto galante l’aiutò nell’alzarsi e la condusse verso i bagni. Mi chiesi cosa avrebbero potuto pensare gli altri clienti del ristorante nel vedere quella scena che si prestava a poche possibili interpretazioni, ma questo essere in pubblico contribuì alla mia eccitazione. Osservai mia moglie procedere sculettando sui tacchi nella sua stretta gonna aderente. Stettero via tanto, tantissimo mi sembrò. Cominciai ad innervosirmi, mi sentivo osservato dagli altri che se avevano avuto un sospetto ora non potevano che avere avuto la conferma. Nello stesso tempo ero eccitato più che mai. Cosa stavano facendo? Dovevo andare a controllare? Provai anche a tendere le orecchie per sentire se coglievo qualcosa, ma niente. Ad un certo punto, finalmente, vidi il ragazzo uscire dal bagno e venire al tavolo. Aveva un gran sorriso beffardo stampato sul volto. “Queste sono sue. Credo sia convinta ora… a meno che non le sia bastato…” mi disse passandomi in mano racconti sex le striminzite mutandine di mia moglie, umide e odorose, strappate su un lato. “Co… cosa avete fatto?” “Te lo dirà lei, se vuole…” “Ma…” In quel momento la vidi uscire. Aveva l’aria un po’ sconvolta, ma soddisfatta. Un po’ spettinata, dall’andatura più incerta rispetto a prima. Si sedette vicino a me, con un sorriso di una che… sì, di una che ha appena fatto sesso. “Infilale una mano fra le gambe” mi ordinò il ragazzo, senza timore che mi rifiutassi e infatti lo feci. Come già sapevo non indossava più le mutandine e la trovai aperta, umida, ma non bagnata come era solita bagnarsi lei. Tirai via la mano e le mie due dita erano sporche di una sostanza inequivocabile, bianca e appiccicosa. Rimasi un attimo imbambolato guardandomi le dita e mostrando a chiunque avesse guardato una mano sporca di sperma di un altro uomo. Improvvisamente si avvicinò il cameriere e mia moglie, prima che giungesse al nostro tavolo, fu rapida e si infilò le mie dita in bocca, ripulendole. Sentii ridacchiare il ragazzo. Io stavo per godere con il cazzo premuto contro i pantaloni. Il ragazzo si offrì di guidare lui verso casa nostra, diceva che io non sarei stato in grado di farlo mentre mia moglie mi raccontava cosa era successo in bagno. Dovevo solo riuscire ad indicargli la strada e anche quello non fu facile. Mia moglie descrisse come, appena entrati insieme nel bagno lui le avesse fatto sentire, attraverso i pantaloni la forma del cazzo, ancora morbido al tatto ma già incredibilmente grande. Non so se fu più inebriante la sensazione che aveva provato mia moglie nell’abbassargli i pantaloni e guardare quel cazzo che lentamente si alzava o la mia sensazione nell’ascoltare lei che cercava le parole per descriverla. Sapevo che a lei piacevano i cazzi, sapevo che era affascinata dalle grandi misure, ma sentirla così entusiasta nella descrizione fu estremamente eccitante e anche un po’ umiliante, pensando alla figura che facevo io al confronto. Arrivati a casa lui prese il controllo della serata, se ancora non l’aveva fatto, e facemmo quello che ci disse di fare. Io e lui ci spogliammo completamente. Il confronto, non solo dei sessi, ma di tutto il fisico, era impietoso. Ci sedemmo sul divano, con mia moglie in mezzo, ancora vestita seppur senza intimo, in modo che potesse tenere le sue mani sui nostri cazzi. Il mio era già duro, ma nonostante questo, più piccolo dell’altro. Parlammo, o meglio parlò molto mia moglie rispondendo alle sue domande, tutte inerenti il sesso. La sentii confessare ad un quasi sconosciuto cose che faceva fatica a dire a me o che addirittura non mi aveva mai detto. Ad esempio rivelò di amare il sesso anale, che con me non faceva mai perché sentiva dolore. Infatti gli disse che io non ero capace di eccitarla a sufficienza per prenderla in quel modo, a differenza di un suo ex con cui faceva solo quello (non me ne aveva mai parlato). La naturale conseguenza di tale confessione fu la promessa che quella sera gli avrebbe concesso molto volentieri il culo, nonostante o anzi proprio per le dimensioni di lui. Io restai tutto il tempo eccitatissimo e questo fece sì che mi derisero per il fatto che essere così umiliato mi piacesse, il che non fece altro che aumentare l’umiliazione. Ad un certo punto lui le chiese se avesse mai pensato all’idea di vedere il marito sottomesso sessualmente ad un altro uomo. Lei esitò, mi guardò, sembrò soppesare la mia erezione che non diede cenni di diminuzione. porno racconti 2023 Poi rispose di non averci mai pensato ma… che detta così l’idea la intrigava. “Faglielo sentire.” disse lui. Mia moglie mi prese la mano e la portò sopra al suo cazzo. Duro ed enorme. Ero sconvolto. Dopo pochi istanti, obbedendo senza fiatare a loro due, mi ritrovai in ginocchio tra le gambe aperte di lui, col viso a pochi centimetri dal cazzo che lui si menava tranquillo. Io quasi non osavo respirare. Mia moglie, in piedi dietro di me, sentivo che si stava toccando e mormorava: “oddio oddio”. “Vai di sopra in camera e aspettami.” Le ordinò. “No, voglio vedere cosa fate.” provò a protestare lei. “No, lui non verrà su a guardare che scopiamo e tu non vedrai cosa gli faccio. Te lo racconterà lui, dopo. Sarà ancora più umiliante.” “No, dai, ti prego.” “Zitta, troia. Obbedisci o questo cazzo non lo avrai.” Sentii il tacchettio dei suoi passi allontanarsi. Lui mi guardò, beffardo. “Hai mai succhiato un cazzo?” mi chiese. Io scossi la testa. Ero nudo sul divano. Era mattina. Un rumore in cucina mi aveva svegliato. Avevo dormito poco quella notte. Avevo il divieto di salire ma i rumori e le urla di godimento di mia moglie mi avevano tenuto sveglio. Oltre all’eccitazione. Trovai mia moglie in cucina che preparava la colazione. Mi avvicinai e la abbracciai da dietro. Ci baciammo. Stavo per dire qualcosa quando lei mi fermò, con un dito sulle labbra. “Stasera. Riparliamone stasera, non prima.” mi disse “Ma…” “No, stasera, a letto. Nel nostro letto. Faremo l’amore e ti racconterò tutto. E tu mi racconterai tutto.” “Ok, dimmi solo una cosa. Come vi siete lasciati? Cosa ha detto quando se ne è andato?” “Ha detto di richiamarlo quando vogliamo. Ha detto che la prossima staremo tutti nella stessa stanza, se vuoi, ma non sa se ti conviene…” La baciai. Ero nudo e il mio cazzo duro sfregò contro di lei. In maniera sufficiente da farmi venire.

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