racconti gay 2023 Non sarai mica un po’ gay?

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racconti gay 2023 “Ok, però glielo chiediamo se le va di andarci!” conclusi io al termine di una piccola discussione. La mia ragazza acconsentì. Doveva venirci a trovare una sua cara amica che si era da tempo trasferita in un’altra città. Avevamo in programma, essendo estate, di passare la giornata al mare. Io e la mia ragazza frequentavamo abitualmente una spiaggia nudista ed io volevo che, anche in questa occasione con la sua amica, andassimo là. Particolare di non poco conto era che questa sua amica era una strafiga e l’idea di vederla nuda mi ingrifava parecchio. La mia ragazza l’aveva chiaramente intuito e per questo era titubante. Se devo essere sincero fino in fondo io già mi stavo facendo anche dei film mentali sul soggiorno dell’amica da noi. Sapevo che l’amica era abbastanza libertina nei costumi e fantasticavo su rapporti a tre con annesso show lesbico delle due ragazze per me. “Non dobbiamo più andarla a prendere in stazione.” mi comunicò la mia ragazza dopo aver ricevuto una telefonata. “Non viene più?” chiesi io un po’ deluso. “No, no, viene, ma la passa a prendere un suo… ‘amico’” fece il gesto delle virgolette dicendo la parola amico. “Perché “amico”?” ripetei il gesto. “Uhmm, diciamo un po’ più che amico. E’ un suo ex e hanno mantenuto buoni rapporti, per lo meno un certo tipo di rapporti.” “Ah, ho capito. Un trombamico.” “Sì, più o meno.” rispose lei. “Mmmm, quindi la spiaggia nudista…” scossi la testa. “Perché se c’è anche questo tipo non possiamo andarci? Non ho capito. Ti crea qualche problema?” “No, no, assolutamente, però sai, più si è e più è difficile che siano tutti d’accordo.” risposi diplomaticamente, in realtà il mio pensiero era stato più ampio: la presenza del trombamico annullava ogni mio sogno già di per sé improbabile. Ma non potevo confessarlo. Già questo tipo non mi stava molto simpatico per la sua intrusione all’ultimo minuto, poi quando lo vidi arrivare fu ancora peggio. Arrivarono in moto e lui era un “bel tenebroso”, dal fisico invidiabile e lunghi capelli neri. Sentii in me un principio di gelosia perché era più prestante di me. Non avrei certo tirato fuori l’argomento spiaggia nudista e di sicuro non l’avrebbe tirato fuori la mia ragazza. “Sentite, noi abbiamo una proposta.” disse invece lei dopo i convenevoli e quando era ora di decidere dove andare. “C’è una bellissima spiaggia a pochi chilometri dove noi andiamo spesso, però è una spiaggia particolare.” “Cioè?” chiese l’amica. “E’ frequentata da nudisti. Non che sia obbligatorio però se uno ci va non sta bene rimanere con il costume. Però è un posto bellissimo. Che ne dite?” “Ma…” fece l’amica. “Quasi quasi. Per me non c’è problema. Tu che dici?” chiese rivolta a lui. “Non sono mai stato in una spiaggia nudista ma non ho nessun problema ad andarci.” rispose lui, convinto. “Bene, allora siamo tutti d’accordo!” disse la mia ragazza guardandomi con uno sguardo quasi di sfida. Io effettivamente sembravo il meno contento. Arrivammo. La spiaggia era quasi deserta, era un giorno feriale, e questo rendeva il posto ancora più bello. I nostri ospiti erano affascinati. Iniziammo a spogliarci. Io e la mia ragazza rimanemmo presto nudi. Notai che la sua amica mi diede un rapido sguardo dalla testa ai piedi. Ero in ottima forma e mi piaceva mostrare il mio corpo. Non vedevo l’ora che si spogliasse anche lei. A dare spettacolo fu invece lui. Stavo guardando la mia ragazza e colsi nella sua espressione il momento in cui lui si abbassò i boxer. Sgranò gli occhi. Mi girai e vidi il perché. Oltre ad un fisico palestrato niente male, sfoggiava fra le gambe un cazzo di dimensioni notevoli. Penzolava molle appoggiandosi a due grossi testicoli, ma era più lungo e più grosso del mio in erezione ed io mi ero sempre considerato nella media. Inoltre era completamente glabro, con un tatuaggio nella zona inguinale, e con un grosso piercing sulla punta. In quel momento si accavallarono strane sensazioni. Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quel sesso e, se lo facevo, vedevo la mia ragazza altrettanto rapita che lo guardava con lussuria e desiderio. Notai lo sguardo dell’amica, che già ne conosceva la dotazione, passare dal suo al mio. Tutto ciò mi fece sentire umiliato, invidioso, geloso e, stranamente, eccitato. Sentii il mio pene crescere, stavo avendo una erezione. Ero imbarazzatissimo e questo non faceva che aumentare l’eccitazione. Non sapevo cosa fare. Istintivamente mi coprii con le mani, ottenendo l’unico effetto di mettere ancora più in evidenza il mio stato. Non riuscii a far altro che girarmi e allontanarmi, senza dire niente ma facendo ben capire cosa mi era successo. Mentre mi allontanavo sentivo i loro sguardi su di me. Mi sentivo totalmente umiliato e, non sapevo perché, quella sensazione mi creava eccitazione, più me ne rendevo conto e più mi eccitavo. Tra l’altro, stupidamente, non mi ero diretto verso il mare (avrei potuto far finta di andare a sentire l’acqua), ma stavo andando in una direzione verso cui non c’era nulla. La mia ragazza mi chiamò: “Dove vai?” ma io non mi girai e mi allontanai. “Che cazzo ti è preso?” mi disse dopo avermi raggiunto di corsa. “Mmmm, non hai usato una espressione felice.” Le risposi stupendomi dell’ironia che mi uscì. “Senti, cosa c’è? Ti sei sentito sminuito per il confronto? E perché ti è venuto duro? Non sarai mica un po’ gay? Io è normale che mi sia un po’ eccitata a vederlo, foto culo maschio ma tu?” “Non è quello. E’ proprio perché ho visto che ti è piaciuto.” “Cioè? Ti eccita se io guardo un altro uomo?” mentre mi parlava aveva allungato la mano e mi aveva afferrato il cazzo. Ci guardammo attorno per vedere se qualcuno poteva vederci. “Non solo, mi sono eccitato perché ho visto che tu ti stavi eccitando e non ti sapevo così interessata alle dimensioni. Mi sono sentito umiliato e questo non so perché mi ha eccitato.” “Non è solo per le dimensioni, che comunque… Ma non credevo che tu… Mi sa che dobbiamo approfondire questo discorso… Ad esempio ti piacerebbe l’idea di vedermi con un altro?” Non risposi e mi limitai a sospirare. “Sì, cazzo, ti piacerebbe, senti qui come si è indurito. Chi se lo immaginava, sei proprio un porco, ti eccita a pensarmi con un altro…” Io cominciai ad avere un orgasmo e schizzai sulla sabbia. A cena la mia ragazza ci mise sopra il carico. Eravamo solo noi tre. L’amico se ne era andato. A quanto pare aveva un appuntamento galante, o qualcosa del genere. “Ho capito perché sei rimasta in buoni rapporti con lui…” disse allusiva alla sua amica. “Eh? Sì…” rispose imbarazzata rivolgendo verso di me lo sguardo. “Non ne avevo mai visto uno così… Ma com’è?” “Ma dai, che domande fai?” e guardò di nuovo verso di me. “Comunque è molto bravo, non è tanto per le…” fece con le mani il gesto per indicare la lunghezza. “Hai detto che non ha una ragazza fissa?” immagini culo nudo com “No…” sgranò gli occhi e controllò di nuovo che io non avessi niente da dire riguardo alle domande che le stava ponendo la mia ragazza. “Da quel che so io ha una serie di donne, alcune gli fanno anche dei, diciamo così, regali in cambio.” “Ah, niente male… Poi mi dai il numero…” Io tossii, nervosamente. Sotto al tavolo la mia erezione era fortissima. Era la penultima sera che l’amica era ospite da noi, ma in casa ero rimasto solo. Loro due erano uscite. Una uscita fra donne era la versione ufficiale. Andavano in discoteca. Le avevo guardate mentre si preparavano. Per una buona mezz’ora la mia ragazza aveva girato per casa con indosso soltanto un microscopico perizoma, per poi indossarci sopra un vestitino aderente e molto corto da qualunque direzione lo si guardasse. Aveva voluto mettere bene in evidenza davanti a me le sue intenzioni bellicose. La sua amica non era stata da meno per quanto riguardava il risultato finale anche se era stata chiaramente più pudica in fase di preparazione. Avevo passato la sera di fronte alla televisione senza però guardare veramente qualcosa. Saltavo di canale in canale e ogni tanto mi interrompevo per masturbarmi lievemente. Pensare a quelle due in giro per discoteche me lo faceva venire duro. Ad un certo punto, quando ancora era ancora molto presto per gli orari da discoteca, avevo sentito l’inconfondibile rumore della nostra auto che entrava nel cortile. Mi stupii del fatto che erano già di ritorno. Guardai fuori e vidi scendere dall’auto solo l’amica. Per un attimo mi preoccupai. “Ero stanca, sono voluta tornare a casa. Lei è rimasta in giro con degli amici che abbiamo incontrato, glielo ho detto io, non volevo rovinarle la serata.” Mi spiegò. Si venne a sedere vicino a me. Il suo profumo, unito alla visione delle sue gambe nude, mi inebriò. “Amici? Che amici?” chiesi io, sospettoso, dopo poco. “Lo vuoi veramente sapere?” fu la risposta, chiara e inequivocabile. Credo che fosse tutto premeditato. L’uscita solo loro due, l’amico contattato, il ritorno a casa anticipato dell’amica. Quello che non so è se fu concordato fra loro due o fu solo l’amica a pianificarlo. Si sdraiò sul divano, allungando le gambe e ponendole sopra le mie cosce. “Mi toglieresti le scarpe, per favore?” mi chiese languidamente, indicando i sandaletti con tacco a spillo. Aveva dei bellissimi racconti hot piedi ed io ero un po’ feticista. Le tolsi con cura e con lentezza le scarpe, avvicinando molto il viso, tanto da sentirne il leggero afrore. Mi girai a guardarla e vidi che sorrideva. Cominciai un leggero massaggio alle piante dei piedi. Lei sembrò apprezzare. Aveva chiuso gli occhi e respirava profondamente. Passai ad accarezzarle le caviglie e poi i polpacci. Lei piegò le gambe, allargandole leggermente e poggiando i piedi uno sulle mie ginocchia e uno sopra al mio pacco, che intanto si era indurito. Ne saggiò a lungo la consistenza muovendo il piede. La sua gonnellina era salita mettendo in mostra la zona pubica che si presentava, con mia grande sorpresa, completamente nuda. Non attesi oltre e mi ci tuffai in mezzo. Lei sobbalzò e allargò del tutto le gambe, ponendo le sue mani sulla mia nuca e spingendomi il viso contro di lei. “Allora, ti sei divertito ieri sera, che ti ho lasciato qui a casa da solo?” mi chiese il mattino dopo la mia ragazza, con un sorriso beffardo. “No… non ho fatto niente… e tu?” non sapevo cosa dire, l’amica era lì con noi che faceva colazione. Non sapevo quanto fossero d’accordo fra loro. “Che bugiardo che sei. Io sì, mi sono divertita tanto. Come non mi divertivo da tanto tempo…” “Ah…” “E scommetto che vuoi sapere anche come mi sono divertita… e con chi… vero?” “Beh, sì, se me lo vuoi raccontare.” il mio cazzo si stava indurendo. “Va bene, prima porto lei in stazione e poi quando torno ti racconto. Però mi racconti tutto anche tu. E bada che prima me lo faccio raccontare da lei, quindi vedi di non mentire…” si guardarono ridendo. “Ah, va bene.” risposi sottomesso “Però anche tu mi racconti tutta la verità?” “Vedremo, vedremo quanto sarai bravo a meritartela…” Uscirono e mi lasciarono lì, con il cazzo duro che solo a toccarlo rischiavo di venire. Io potevo raccontarle quello che avevamo fatto, in fondo non eravamo andati molto oltre al sesso orale reciproco. Solo che per convincere l’amica a succhiarmelo, dopo averla fatta venire diverse volte solo con la mia lingua, aveva preteso che le raccontassi un po’ di mie fantasie erotiche. Alcune di esse alla mia ragazza non le avevo mai dette ed ora temevo (o forse, in realtà, speravo) che avrebbero fatto parte del racconto che lei le stava facendo nella strada verso la stazione.

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